3F Elettronica offre un servizio completo per quanto riguarda la Videosorveglianza e la TVCC sia nelle Marche che nelle regioni limitrofe, comprendente :
A tal fine non si può semplicemente intendere la Videosorveglianza come un sistema di acquisizione di immagini fine a se stessa.
Il “prodotto” audio-visivo acquisito, in aggiunta alla sorveglianza e la sicurezza, rappresenta una fonte di informazioni utile in caso di conservazione ed analisi automatica nella pianificazione della sicurezza privata e urbana, per l’ottimizzazione delle risorse del territorio e dei mezzi di supporto (come per esempio il monitoraggio ambientale a tutela dell’habitat, del territorio e dell’ecosistema).
La TVCC ha subito una importante evoluzione tecnologica negli ultimi anni, arrivando all’uso massivo di NVR IP (Network Video Recorder), veri e propri Server di rete Ethernet per video digitale in qualità DVD o MegaPixel FullHD, le cui immagini possono essere gestite e viste ovunque ci si trovi tramite una connessione di rete filare o wireless.
Recentemente, le regole dell’intero segmento di mercato sono andate a mutare profondamente dalla estremizzazione delle tecnologie digitali, ossia l’utilizzo delle reti IP per trasportare le immagini e l’uso dei PC e degli altri dispositivi elettronici per riprodurli.
In ausilio alla poca disponibilità di banda passante sono dati realizzati evoluti compressori hardware e software che hanno ridotto in maniera notevole la quantità di informazioni contenute in uno streaming video pur mantenendo una qualità elevata digitale per consentirne l’analisi.
L’evoluzione continua dei sistemi di Videosorveglianza si sta instradando sempre di più verso grosse e potenzi unità di registrazione di rete, identiche a quelle utilizzate nei grossi sistemi informatici per la memorizzazione di dati in elevate quantità, come per esempio i NAS con dischi in RAID.
Così come per gli impianti televisivi, i supporti di visione a tubo catodico sono stati sostituiti da monitor LCD, Plasma, LED, con qualità minima FullHD il cui rapporto 16:9 è ormai da considerarsi uno standard.
C’è da dire che l’utilità della TVCC non è soltanto limitata alla prevenzione degli atti criminosi, ma anche alla documentazione degli stessi, con la possibilità quindi di visionare l’atto criminoso ed udirne l’audio, allo scopo di identificare il colpevole in maniera efficace.
3F Elettronica nel progettare impianti di Videosorveglianza ad hoc per i propri clienti, come prima cosa va a valutare l’obiettivo che si vuole ottenere dalla TVCC, quindi rispettando le esigenze del committente ponendo attenzione al risultato finale che deve essere congruo nel rispetto del budget prefissato.
Quindi, va effettuata una dettagliata analisi conoscitiva del luogo da sorvegliare, ponendo particolare attenzione alle caratteristiche fisiche ed ambientali; detto sopralluogo è utile all’acquisizione dei dati, per stilare i requisiti principali al fine della progettazione del sistema che deve operare nel tempo.
La discriminazione del posizionamento e della lunghezza focale da utilizzare può rendere o meno un’immagine sul sistema “riconoscibile”, “identificabile” o “individuabile”: all’interno i problemi di collocazione, ampiezza focale e luce ambientale non sono un grosso problema, mentre tematiche più complesse vanno riscontrate nelle registrazioni all’esterno.
All’aperto, va sempre presa in considerazione la presenza o meno di arbusti ed alberi che sul lungo periodo non devono occultare la visuale o essere continuamente sfrondati, poiché la telecamera deve essere dotata di un’ottica che consenta la corretta apertura di campo per acquisire le immagini, secondo ciò che si ha necessità di riprendere e riconoscere a quale distanza.
Oltre alla vegetazione vanno anche valutate le diverse condizioni climatiche intercorrenti nel periodo dell’anno e la diversa inclinazione del sole rispetto il posizionamento dell’ottica, così come da evitare di trovarsi di fronte a fonti luminose che possono far variare dinamicamente la scena.
Quindi, dopo aver determinato il numero di telecamere da collocare ed il tipo di unità di ripresa, va posta particolare attenzione all’illuminotecnica disponibile o attivabile, verificando quindi lo spettro della luce emessa dalle lampade (tale spettro deve essere coerente con la curva di risposta del fotosensore della telecamera, come stabilito dalle norme CEI-CENELEC 50-132/7).
Successivamente alla scelta della telecamera e della sua tecnologia costruttiva in funzione del risultato, in ultimo va scelta la connettività, che può essere filare coassiale, filare UTP, a Fibra ottica, Wireless, valutando con ponderazione i punti di forza e di debolezza di ognuna di queste tecnologie.
Un buon sistema antifurto (antintrusione) è determinato dalla sinergia tra il sottosistema antieffrazione e il sottosistema antintrusione.
L’impianto antieffrazione è formato da apparecchiature elettriche ed elettroniche per rilevare e segnalare all’unità centrale un tentativo di scasso per superamento di barriere fisiche. Si tratta quindi di «protezione perimetrale» che allerta ancor prima che l’intruso penetri nell’edificio.
L’impianto antifurto rileva e segnala all’unità centrale ogni tentativo di indebita intrusione.
Come scegliere la più indicata centrale sistema antifurto?
Per la scelta della tipologia di centrale più idonea a proteggere un edificio o un ambiente, come indicato dalle normative vigenti CEI 79-3 punto 3.2.01 e EN50131-7, bisogna prevedere le seguenti fasi:
In tutti i casi bisogna valutare le zone a rischio di accesso indebito.
I dispositivi rilevazione antifurto, sono quanto occorre per rilevare i tentativi di intrusione e di effrazione. La centrale elabora i segnali dei propri ingressi di zona in relazione al livello di sicurezza prefissato; ogni ingresso può essere configurato come «normalmente chiuso» (N.C.), «bilanciato» (resistenza di controllo di linea), doppio bilanciamento (due resistenze, una in serie ed una in parallelo al contatto d’allarme), bilanciamento multiplo (ogni ingresso può rilevare 5 stati: taglio, corto circuito, allarme, guasto, sabotaggio).
La generazione di falsi allarmi o l’affidabilità dell’impianto principalmente dipende da 3 fattori:
Classificando in «famiglie» le tecnologie utilizzabili per i sistemi antifurto, possiamo così riassumerle:
Contatti magnetici Rilevatori di rottura vetri Barriere a raggi IR attivi per serramenti
Esistono numerosi tipi di dispositivi ottico-acustici antifurto in commercio. Molti di questi sono estremamente differenti tra di loro; pertanto, di volta in volta, è necessario valutarne la posizione ed il luogo più idoneo di installazione.
Normalmente le sirene piezoelettriche e i ronzatori per ambienti interni (comunemente chiamati cicalini o buzzer) sono dispositivi ottimali per una installazione in luoghi difficilmente accessibili e lontani dalla centrale, dato il modesto ingombro ed il basso assorbimento. Invece, le sirene autoalimentate sono dotate di batteria tampone e sono capaci di erogare maggiori pressioni sonore, e vanno considerate il dispositivo ideale per installazioni esterne, in luoghi non protetti: esse sono dotate di un contenitore adatto ad installazioni in ambienti esterni e devono essere in grado di sopportare condizioni di umidità, escursioni termiche o intemperie in generale.
Come organi comando impianto antifurto esistono delle vere e proprie interfacce uomo/macchina a tutti gli effetti, le quali che permettono la gestione parziale o totale dell’impianto antifurto.
Tra gli organi di comando più diffusi troviamo le tastiere remote con o senza display LCD, le quali permettono la gestione completa (o quasi) dell’impianto ed a volte anche la configurazione.
Gli inseritori a chiave elettronica sono dispositivi molto comuni negli impianti civili/commerciali mentre è sconsigliato il loro utilizzo in applicazioni industriali; i modelli più evoluti di inseritori sono costituiti da transponder e tessere di prossimità per cui non vi sono contatti elettrici che si possono utilizzare nel tempo.
Soprattutto nell’uso civile, nelle centrali più moderne è possibile interagire con l’impianto in modalità remota sfruttando una comunicazione telefonica (PSTN o GSM) ed impartendo i comandi col supporto di menù di sintesi vocale integrato nel comunicatore.
Esistono diversi apparati/modalità per realizzare un buon sistema teletrasmissione allarmi antifurto.
Occorre che la centrale sia in grado di trasmettere gli eventi a persone o postazioni remote in modo da avvisare tempestivamente e ridurre il tempo a disposizione degli intrusi.
La maggior parte delle centrali antifurto dispongono di un comunicatore digitale e vocale integrato in grado di comporre un numero telefonico su rete commutata (PSTN) e con l’aggiunta di moduli opzionali e anche possibile sfruttare la rete GSM aumentando il livello di sicurezza nella trasmissione.
In alternativa, in commercio vi sono comunicatori telefonici digitali/vocali (PSTN e/o GSM) da collegare alle uscite digitali delle centrali antifurto, oppure è possibile anche collegare ponti radio mono o bidirezionali che comunicano direttamente con gli istituti di vigilanza privata.
Le centrali più evolute, poi, dispongono di collegamento su rete Ethernet e sono in grado quindi di comunicare direttamente con una central room residente in qualsiasi parte del mondo.
Disponiamo per l’antifurto solo di prodotti conformi norma EN50131.
La norma EN 50131 stabilisce 4 “livelli di rischio”:
Per ogni livello, inoltre, viene pure indicata la “manutenzione” necessaria per mantenerlo ed i requisiti di durata per l’alimentazione in mancanza di rete:
LIVELLO | CONTROLLI ANNUALI | BATTERIE RICARICABILI | TEMPO DI RICARICA 80% |
1 | 1 | 12 h | 72 h |
2 | 21 | 12 h | 72 h |
3 | 21 | 24 h | 24 h |
4 | 2 | 24 h | 24 h |
Per quanto riguarda l’ accesso dell’utente al sistema, stando alla EN50131, abbiamo anche qui una suddivisione in quattro livelli:
LIVELLO | SIGNIFICATO |
1 | Sistema in modalità stand-by, visualizzabile da chiunque |
2 | Sistema accessibile da un normale utente |
3 | Sistema accessibile da un tecnico installatore |
4 | Sistema accessibile dal costruttore |
Tutto ciò è nella stragrande maggioranza dei casi sempre semplice e diretto. Tuttavia, però, è importante notare come ad un tecnico installatore di livello 3 non è consentito l’accesso al sistema quando questo non viene autorizzato da un utente di livello 2.
Per quanto riguarda le classi ambientali, che determinano l’idoneità di ciascun componente alla diverse condizioni ambientali, delle quattro classi disponibili sono due sono realmente importanti, ossia:
CLASSE | DESCRIZIONE |
II | Interno Generico. Comprende i rivelatori, le tastiere, le centraline, ecc. La classe indica che i componenti devono operare in un ambiente nel quale la temperatura è compresa tra -10°C e +40°C. |
IV | Esterno Generico. Comprende sirene e qualsiasi altro componente che venga installato all’esterno ed esposto alle intemperie. |
Attualmente, all’interno del panorama normativo antifurto, sono presenti alcune norme di origine europea (identificabili dalla sigla EN oppure TS nel caso si tratti di una Specifica Tecnica) ed altre di origine esclusivamente italiana che coprono aspetti non trattati dalle norme comunitarie.
Ecco, quindi, l’elenco aggiornato delle principali norme attinenti gli impianti antifurto in vigore al momento:
Via Urali 13/15
63813 Monte Urano (FM)
Tel. e Fax 0734/842455
PEC: 3felettronica@legalmail.it
email: info@3felettronica.it
Saremo lieti di poter trovare insieme la soluzione adatta alle Vostre esigenze d’impianto
metteremo in campo la nostra esperienza trentennale per garantire il miglior risultato.